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4. Tecnica e città

 

Ecco che la trasformazione della città non rappresenta l’assolutismo del sovrano, ma si identifica con l’esigenza di dar forma ai nuovi ideali liberali.

In ogni caso si assiste al tentativo di rivalutare il ruolo delle metropoli capitali che non può non passare attraverso un processo di industrializzazione della città[1]: coinvolgimento dell’imprenditoria privata, introduzione di servizi a rete quali fognature, acquedotti, trasporti…, e impiego di nuovi materiali. In  questo la realizzazione della Weltstadt viennese non si differenzierà di molto dall’esperienza parigina se non per il contenimento dell’impatto della trasformazione e dell’area coinvolta, per l’univocità del progetto urbano e per il fatto che tale progetto fu condotto a completamento.

Nella capitale austro–ungarica si assiste però alla messa a punto di dispositivi che troveranno in seguito una forte corrispondenza con strumenti caratterizzanti l’evoluzione della disciplina urbanistica come quelli del concorso progettuale[2] e della convenzione. Il concorso, nel cui bando sono comunque indicati i riferimenti urbanistici generali, evidenzia l’esistenza di un rapporto definito — con ambiti determinati — tra potere politico e tecnica che si va costituendo in disciplina. La convenzione, d’altro canto, tenta di dare soluzione giuridico–economica al problema del finanziamento speciale delle opere pubbliche.

Piano regolatore della Ringstraße (1860)

 




[1]Cfr. Roncayolo, Marcel, L’esperienza e il modello, cit., pag. 64.

[2]Werner Hegemann contrappone l’esperienza viennese alla situazione prussiana che diede vita al piano del 1858-62 citando K. E. O. Fritsch: “In Austria, dove quasi negli stessi anni (1857) si discuteva dell’ampliamento di Vienna reso possibile dall’abbattimento delle antiche mura, si mirava anzitutto a raccogliere delle idee per la redazione di un nuovo piano e si era bandito a questo scopo un concorso pubblico. Una strada che da allora è stata scelta più volte e che ancor oggi si rivela la migliore”. Hegemann, Werner, La Berlino di pietra – Storia della più grande città di caserme d’affitto, Milano, Mazzotta, 1975, pag. 233, [ed. originale, Das steinerne Berlin, Lugano, Hegner, 1930].

 
     
 

|  |  Ultima revisione martedì 30 luglio 2013 | ©  Cipriano Bortolato | Note legali |